Verbania è il capoluogo italiano più sostenibile per l’ambiente.

La cittadina piemontese è risultata prima in classifica nella graduatoria di Legambiente, seguono Belluno, Bolzano, Trento e Pordenone.

Durante la XXI edizione di Ecosistema Urbano, il rapporto di Legambiente, in collaborazione con Ambiente Italia Il Sole 24 Ore, ha delineato un quadro non positivo della sostenibilità urbana nel nostro paese. Infatti si registrano: inquinamento atmosferico a livelli di emergenza, un incremento della motorizzazione, una gestione irresponsabile dei rifiuti e crisi nel trasporto pubblico.

Inoltre per le prime cinque città classificate, l’aria che tira non è tra le migliori. Difatti a Verbania e Belluno la rete idrica ha perdite ovunque, che comportano la fuoriuscita di un terzo dell’acqua immessa. Trento ha valori inaccettabili di biossido di azoto e Pordenone riesce a depurare a malapena, la metà dei suoi scarichi fognari. Nel sud Italia troviamo invece,  ultime in classifica le città di Agrigento, Isernia, Crotone,MessinaCatanzaro e Reggio Calabria. É opinione di Legambiente che le città italiane siano lenteanzi lentissime e addirittura statiche.

A VERBANIA UNA PANORAMICA DELL’ITALIA.

L’Ecosistema Urbano, giunto ormai alla sua ventunesima rassegna, ritiene che ci sia la necessità di rinnovare le strategie, per attuare un rinnovamento radicale delle città. Inoltre reputa che serva un progetto nazionale serio che assegni un posto di rilievo alle città nell’agenda politica, evitando inutili frammentazioni nei singoli provvedimenti, ma soprattutto che riporti l’autorità politica a gestire ed a vivere di persona le realtà urbane. Secondo Vittorio Cogliati Dezza, Presidente di Legambiente, il decreto SbloccaItalia, purtroppo rappresenta l’ennesimo fallimento a discapito delle città.

Nel 2014 sono stati selezionati ben 18 indicatori per confrontare i 104 capoluoghi italiani. Tre si sono basati sulla qualità dell’aria, monitorando le concentrazioni delle polveri sottili, del biossido di azoto e dell’ozono. Altri tre hanno contribuito al controllo delle acque, rilevando i consumi, le perdite della rete e gli impianti di depurazione. Due indicatori si sono concentrati sullo smaltimento dei rifiuti, analizzando la produzione e la raccolta differenziata. Due sul trasporto pubblico, evidenziando il tipo di offerta e l’utilizzo reale da parte della clientela. Cinque indicatori invece , sono serviti per la mobilità, hanno osservato gli incrementi di auto e moto, il modal share, la possibilità di nuove piste ciclabili e le isole pedonali. Un solo indicatore sulle cause di incidenti e gli ultimi due, sul tema dell’energia con l’analisi dei consumi e la diffusione delle fonti rinnovabili.

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